LA RICCHEZZA INVESTITA IN BENI DI USO PERSONALE	277
bilia e biancheria di proprietà dell’assicurato, o dei suoi famigliari, o di suoi dipendenti, o di suoi ospiti.
     In base ai dati diffusamente esposti nella Tav. CXXI, nella nota (x) di pag. 274 e nella Tav. CXXVIII (x) si ricava che presso la popolazione censita al 21 Aprile 1931 in Provincia di Venezia erano investiti 460,451 milioni di lire in mobili per abitazioni (2) e per biancheria, e 115,113 milioni di lire per gioie, oggetti preziosi, libri, oggetti di lusso diversi ; in complesso : 575,564 milioni di lire (3).
     100.	- Ma forse non è inopportuno insistere sul carattere di larga approssimazione alla realtà della valutazione della mobilia, della biancheria, delle gioie e degli oggetti di metalli preziosi, di cui al numero 99, chè, dice il Benini (in I danni di guerra, op. cit., p. 99) : « Si pensi che gli interessati medesimi si astengono talvolta dal fare una stima del perduto, o perchè il perduto consta di beni entrati chissà quando nel patrimonio o perchè la memoria non soccorre a rifarne l’inventario completo o perchè il loro valore venale mal si distingue dal valor d’ affezione ; e così via. Il danno verificato si direbbe piuttosto un’ occasione od un incentivo a ricostruire su nuovo disegno 1’ attrezzatura della casa o dell’ azienda ; sicché le domande di risarcimento si conformano un poco a questo fine, cedendo alla suggestione che,scacciata, ritorna». Poiché, per altro, il nostro calcolo, di cui nel numero 99 è stato fondato sull’ ammontare delle indennità effettivamente liquidate, cioè su indennità
     (1)	Dalla Tav. CXXVIII si trae che il numero delle denuncie e 1’ ammontare dei danni liquidati per mobili di abitazione sono rispettivamente il 57 ed il 30 per cento di tutte le denuncie e di tutte le indennità liquidate per danni ai beni mobili e in base alla Tav. T dell’Appendice B per i danni alle cose mobili ed immobili codeste percentuali sono del 43 e del 24 per cento.
     (2)	Cioè circa y4 del valore della ricchezza che abbiamo calcolato investita in fabbricati. È interessante notare che J. Stamp, in Wealth and taxable tapacity, «tenendo conto di una relazione fra valore locativo e mobilia arriva ad un valore di questa che rappresenta un po’ meno di un quarto del valore dei fabbricati » (Cfr. : A. Degli Espinosa, La ricchezza privata degli Italiani nel 1928, op. cit., p. 327).
    (3)	I beni mobili a 31 Dicembre 1930 depositati sotto le voci «pegni preziosi» e «pegni non preziosi» presso i Monti di Pietà della Provincia (Venezia e Portogruaro) avevano rispettivamente i valori - risultanti dalle situazioni di fine d’ anno dei Monti - di 7,855 e 1,533 milioni di lire.