LA RICCHEZZA INVESTITA NELL’ INDUSTRIA 153 « S. A. V. A. » hanno un tenore praticamente del 100 per cento. Lo stabilimento comprende batterie di forni elettrici di riduzione e dei forni di rifusione, la stazione di trasformazione dell’ energia elettrica a 120.000 Volta - ha un impianto sussidiario elettrico sul Cismon (appartenente alla consorella « Società Idroelettrica del Cismon »), che in vista dei nostri scopi non abbiamo compreso nei nostri calcoli, del valore di oltre 80 milioni di lire -, officine, magazzini, ecc., consuma annualmente per uso industriale energia elettrica per 30.000 Chilovat, impiega normalmente oltre 600 operai. Le produzioni di esso e degli stabilimenti similari di Porto Marghera sono in grado di provvedere e con tutta larghezza -sfruttando, notisi, materie prime esclusivamente italiane - all’ intero fabbisogno di alluminio del nostro paese, di cui l’importazione dall’ estero sino all’ impianto delle industrie dell’ allumina e del-1’ alluminio di Porto Marghera aveva notevole importanza. Lo stabilimento della « Società Anonima Lavorazione Leghe Leggere», attivato nel Maggio 1930, rappresenta il completamento degli impianti, costruiti a Porto Marghera, per la produzione del-1’ alluminio e del magnesio. Esso infatti principalmente trasforma, codesti prodotti, in lingotti, in lamiere, getti, profilati, fili e funi per trasmissioni dell’ energia elettrica e, altri semilavorati, eliche per velivoli ricavate in un sol pezzo grazie ad una pressa idraulica, tra le più potenti del mondo, capace di dare una pressione di 2.500 tonnellate. La « Leghe Leggere » lancia continuamente leghe con caratteristiche diverse risolvendo, per pratiche applicazioni, problemi dibattuti da eminenti metallografì. Vi funzionano 1.360 cavalli-vapore per motori e 1.250 per forni e vi si consumano annualmente, per uso industriale, 1,560 milioni di Chilovat. Per 80 mila Chilovat consuma la « Elettrometallurgica S. Marco », sorta nell’ Agosto 1931, che ha 175 motori elettrici per 1.267 cavalli-vapore ed impiega 252 operai. 56. - Cantieri navali. - I cantieri « Breda » e « I. L. V. A. » (già Acciaierie Venete) sono davvero imponenti. Il piano dello stabilimento «Breda» rimonta al I9I7: esso fu attuato nel 1920, ma solo parzialmente chè, per 1’ avvento all’ Italia dei grandi cantieri della Venezia Giulia e per la crisi generale dell’ industria navale, furono allestiti e funzionano solo in parte le sezioni : officina navale, modernamente attrezzatissima, per la lavorazione delle lamiere e dei sagomati, il cantiere per la costruzione dei galleggianti minori,