LA RICCHEZZA MOBILIARE IN BASE ALLE STATISTICHE FISCALI 73
     33.	- L’ applicazione grossolana di un coefficiente di capitalizzazione del reddito di ricchezza mobile delle aziende commerciali ed industriali, unico qualsiansi le forme di attività, per calcolarne i beni mobili, le merci e gli attrezzi giacenti, coefficiente su limitatissima esperienza dal Princivalle fissato per 1’ Italia nella misura massima di dieci volte il reddito netto (*), può condurre all’ accusa di apostasia dal metodo prettamente reale che il Pantaleoni lanciò al Vacher criticandone il calcolo della ricchezza industriale della Francia (2). E tale via di calcolo pareva ormai abbandonata, quand’ eccola riesumata dal legislatore con ben altri risultati concreti sull’ economia del paese che non quelli meramente astratti di qualche studioso. Sotto 1’ urgenza del bisogno di provvedere con le misure della finanza « straordinaria » ai gravi danni che la guerra mondiale inflisse al nostro paese, il legislatore, istituendo la nota imposta sul patrimonio, dettò che per le aziende commerciali ed industriali doveva procedersi a « valutazione analitica di tutti i cespiti di qualsiasi specie, che concorrano a formare la consistenza attiva e passiva dell’ azienda, ai fini della ricerca del suo valore netto » e soggiungeva che poteva anche procedersi a «valutazione presuntiva tenendo conto fra gli altri elementi.... della capitalizzazione del reddito al netto della corrispondente imposta di ricchezza mobile ad un tasso variante tra il io ed il 30 per cento a seconda dell’importanza relativa del capitale e del lavoro nella produzione del reddito stesso». Ma gli esperti fiscali sanno, per personale esperienza, che la valutazione presuntiva dal rappresentare 1’ eccezione, cioè un espediente per riparare alla impossibilità - per es. per mancanza di incartamenti contabili intorno alla gestione nel triennio 1917-19 - od alla inopportunità - per es. per timore di danneggiare gravemente 1’ attività dell’ azienda -di applicare la valutazione analitica, per non pochi ed importanti Uffici delle Imposte divenne la regola a cagione specialmente della esiguità del personale da destinare ad indagini fiscali minute e pazienti presso i privati contribuenti, che avevano facile gioco contro il fisco, e soprattutto della irrisoria disponibilità di agenti
    (1)	Cfr. : L. Princivalle, La ricchezza privata dell’ Italia, op. cit., P- 93-
    (2)	Cfr. : M. Pantaleoni, Dell’ ammontare probabile della ricchezza privata in Italia, Roma 1884, op. cit., pp. 168-169.