— 84 — destinate al trasporto dei passeggeri, possono lasciare alle merci. Con tutto ciò, stante la assai minore distanza dei porti italiani da quelli del Mar Nero e di Azof in confronto a Rotterdam, (1) e la minore durata di 8 a 10 giorni nel viaggio, le merci di detta provenienza dirette alla Svizzera ed. all’Europa Centrale transiterebbero tutte dai porti italiani, se non trovassero un insormontabile ostacolo nell’ elevatezza delle tariffe ferroviarie. Occorre quindi provvedere ad estendere la zona di competenza dei nostri porti attirando un largo traffico, non solo d’importazione, ma anche d’esportazione col ribassare le nostre tariffe di trasporto, da e per i transiti di confine dello Stato, in modo che le correnti commerciali non siano sviate dalle strade più brevi, quando esse naturalmente fossero anche più economiche. (2) * Mentre, in quest’ ultimo trentennio, le marine di tutto il mondo hanno spiegato le loro bandiere nei porti delle Indie, della Cina, del Giappone, dell’Australia e dell’Africa (regioni tutte aperte, dopo quell’epoca, al commercio del mondo) l’Italia si è ritirata da un campo di attività che già aveva nel 1877 (3). Mentre è un affannarsi delle Nazioni di tutta Europa per cercare nuovi sbocchi alle attività esuberanti dei loro Paesi, (1) Genova dista 1695 miglia marine, Venezia 1634 e Rotterdam 2607. (2) Nulla di veramente serio si è fatto fin qui per la nostra navigazione commerciale, come per la nostra sempre di là da venire navigazione interna e per la nostra politica ferroviaria. Quanto a quest’ ultima se si riflette che, già, colle difficili e lunghe linee attuali, molte merci ricche provenienti dall’ estremo Oriente e dirette in Italia, quali ad esempio le sete, forse per la mancanza di una linea marittima diretta, vengono sbarcate a Marsiglia e di là istradate pel Cenisio, si può facilmente arguire che cosa avverrà quando, tra breve, sarà aperta la linea Nizza-Cuneo-To-rino, la cui diramazione Brouil-Ventimiglia è una pura lustra, perchè a Ventimiglia non esiste un porto, mentre a Nizza ve n’è uno; senza contare che le merci, anche sbarcate a Marsiglia, possono pervenire agli opifici lombardi con notevole minor percorso in confronto di quello della linea del Cenisio. (3) Ing. Nino Ronco, Trasporti Marittimi e le nuove Convenzioni. Relazione al Consiglio Autonomo.