PREFAZIONE « L’Italia nostra ha fibra marinara ed essa, o sarà una grande « nazione marittima, o non sarà affatto una grande nazione ». Così Paolo Boselli affermava solennemente innanzi al Senato del Regno una santa verità e richiamava, in quest’ora grave che volge, il popolo d’Italia a riconoscere, per immutabile la via che gli fu tracciata dalla fortuna, via che condusse un tempo - ormai da noi troppo lontano - colei che siede sovra l'acque all’apogeo della gloria. Sul mare è l’avvenire dell’Italia nostra; sudi esso bisogna convergere le nostre speranze, le nostre aspirazioni, tutti i nostri ideali. Aguzziamo l’occhio e guardiamo lontano. È suonata, anche per l’Italia, l’ora della sua emancipazione; per il suo prestigio, per il nostro orgoglio nazionale la nostra marina deve bastare a sè stessa, sia come arma poderosa di difesa, sia come forza produttiva di ricchezza, sia come manifestazione tangibile di una intelligente e ben organizzata popolazione che, dall’industria marinara, sappia trarre agiatezza di vita, spirito d’intrapresa, amore d’indipendenza e di libertà. E sopratutto amore d’indipendenza e di libertà. Prima che l’urto colossale e formidabile avvenisse fra le principali Potenze d’Europa, l’Italia - sarebbe puerile il nasconderlo - era, per la marina mercantile, alla piena dipen-