— 26 — in breve volgere di mesi i metalli, in genere, le lamiere, i profilati hanno assunto prezzi straordinari ed insopportabili dall’ industria. L’industria della costruzione non è distribuita ugualmente in Italia. (1) Perchè prosperi occorre che, ove si possa, l’acciaieria e la foresta, il cantiere e la sorgente di forza motrice siano concentrate nella medesima regione. Il primato britannico non ha altra ragione d’ essere fuorché questa : miniera, acciaieria, cantiere, opificio di macchine vivono contigue. A differenza dell’Inghilterra e della Germania - soggiunge ancora l’illustre scrittore - la cui industria di costruzione ha per teatro l’estuario dei fiumi Clyde, Tamigi, Wear, Tees, Mer-sey in Inghilterra; Weser, Elba, Oder in Germania; la nostrale si manifesta lungo il mare a Savona per opera della Ditta Servettaz, a Sestri Ponente nei due Stabilimenti di Oderò e C.° e di Gio. Ansaldo, Armstrong e C.°, a Sampierdarena nello Stabilimento Ansaldo e Armstrong ed in quello di Tor-riani e C.° ; a Genova (Grazie) nella sede della Società Esercizio Bacini, a Genova (Molo Vecchio) presso la Casa Ansaldo, Armstrong e C.° ed all’ altro loro impianto al Molo Giano, a Riva Trigoso ove la Società Generale Bacini ha i « navi mercantili veniva così ammazzato dopo molti decenni di esistenza « gloriosissima. « La costa orientale dell’Adriatico produce la maggior parte del ton-« nellaggio che è necessario alla sua flotta mercantile. E a sua volta la « massima parte del tonnellaggio costruito nei cantieri della costa orien-« tale esce dai cantieri di Trieste. L’Austria favoriva le costruzioni navali « nei cantieri della costa orientale dell’Adriatico con dei premi e conce-« deva alle navi, in essi costrutte, un trattamento di favore nei riguardi « dei contributi d’esercizio. « Ad ogni modo, per le costruzioni navali, la legislazione italiana è « più favorevole di quella austriaca ». Dalle molte notizie che l’Alberti fornisce - ma che non ci è qui possibile riprodurre - riluce che l’industria delle costruzioni navali è sviluppatissima a Trieste ed egli, a cui di gran cuore ci associamo, si augura che si sappia e si voglia mantenere in vita un ramo di produzione di tanta importanza, specialmente nell’indomani postbellico, quando si rinnoveranno le grandi competizioni incruente dei commerci marittimi dei vari Paesi e l’Italia avrà bisogno d’una flotta mercantile sempre più potente e numerosa. (1) V. Vecchi, op. cit.