— 75 — porto sono quelli stessi - e naturalmente aggravati per il lungo tempo passato - che si lamentavano fin dal 1889 e che il Ministro Oenala esponeva nella relazione sulla conservazione del Palazzo San Giorgio, dove ora è insediato il Consorzio Portuale. « L’attuale porto - (quello cui il Duca di Galliera diede impulso col dono dei 20 milioni) e che fu ultimato nel 1892 dagli ingegneri Parodi, Giaccone, Maganzini e Luiggi - da poco tempo ingrandito, può bastare, secondo il giudizio degli esperti, a un movimento di circa quattro milioni di tonnellate di merci, sbarcate a terra o da terra imbarcate sulle navi, e di un milione di tonnellate di merci trasbordate da nave a nave. In tutto cinque milioni di tonnellate effettive, ossia una metà circa maggiore dell’attuale movimento, o poco più, se si adotteranno più sagaci ordinamenti e più perfetti meccanismi per trarre dal porto il massimo profitto ». Dopo considerazioni opportune d’indole politica e finanziaria il relatore osserva che : « Genova è angusta ; il porto è racchiuso fra i monti e i moli ; oltre i moli profondo il mare ; difficile, dispendiosissimo ampliare per di là. D’altra parte le calate, le strade sono serrate fra il monte e il porto ; non c’è spazio per allargarsi, nè per estendere nuovi binari, nè per aprire nuove strade. « Bisogna dunque espandersi al di fuori di questo cerchio angusto, volgersi a ponente, a Sampierdarena. «.........crediamo far notare, che, dirigendo verso ponente l’opera e gli sforzi dell’attività ligure, si otterranno insigni vantaggi. « Ivi facile e non molto dispendioso il costruire la diga foranea, e il prolungarvela fin dove il bisogno, anche nel lontano avvenire, lo richiederà ; ivi una spiaggia estesa e pianeggiante opportunissima per costruire larghe calate e prolungarle; facilissimo lo sviluppo degli impianti ferroviari, e immediato e diretto l’avviamento dei treni al loro destino ; comode le strade carreggiabili ; importanti opifici e vaste aree per le industrie navali ». Per rimediare agli inconvenienti del Porto di Genova - ci dice il prof. ing. Luiggi - occorre attuare, con energia, il programma tracciato, con mano maestra, circa 30 anni fa dal Mi-