— 91 — suoi più poderosi fattori è stato, indubbiamente, la sua Marina Mercantile, i cui progressi in un periodo, relativamente così breve, se confrontato collo sviluppo secolare delle Marine Mercantili di altre Nazioni, possono dirsi veramente straordinari. Codesti progressi sono stati conseguiti seguendo, con perseverante energia, programmi ben prestabiliti, con scopi ben determinati e precisi, con metodo rigoroso servendosi di tutti i mezzi e di tutte le forze ed energie disponibili nella nazione, mirabilmente organizzate e tutte indirizzate al grande scopo. Occorreva, anzitutto, che il nuovo impero non fosse più tributario dell’estero per le sue costruzioni navali, base prima per avere una buona e potente Marina Mercantile. (1) Armatori e governo fecero quindi sacrifici enormi e spesero molte centinaia di milioni per creare quei grandi cantieri navali germanici che possono dirsi i primi del mondo. (2) Nel solo primo decennio, dalla fondazione dell’impero e coi miliardi dell’indennità di guerra, ne vennero creati di sana pianta sei. E, in breve volgere d’anni, essi presero un tale sviluppo da bastare da soli a coprire i bisogni delle due marine mercantile e militare, non solo, ma da potere lavorare anche per l’estero. Cosicché, mentre una ventina di anni fa solo il 25 per cento della marina mercantile tedesca era di costruzione nazionale ed il 75 per cento di costruzione inglese, ora non entra più in Germania nemmeno una tonnellata di produzione straniera. Ormai non vi è più un sol punto della breve costa germanica, sia verso il Baltico che verso il Mare del Nord, che non abbia un cantiere Navale. Tra grandi e piccoli ve ne sono una quarantina, o governativi per la marina militare, o di privati o di grandi Società per azioni. Per mettere poi l’intero paese in più diretta comunicazione (1) L’Italia dovrebbe incidere questo ammonimento a caratteri d’oro su tutti i cantieri navali nazionali chè, se da quarant’anni a questa parte così avesse operato e non avesse sperperato milioni e milioni in imprese ricche di poetica illusione, ma povere di contenuto tangibile, si sarebbe oggi trovata in condizione, non solo di fronteggiare da sè la grave crisi dei noli e dei carboni, ma di aiutare i suoi Alleati. (2) I più importanti sono quelli di Kiel, di Danzica, di Stettino, di Brema, di Amburgo, di Tegel, di Wilhelmshaven che impiegano complessivamente quasi centomila operai.