— 22 — d’Italia, il notevole risveglio sui mercati dei noli diedero un certo incremento alle costruzioni ed indussero parecchi armatori all’acquisto di navi all’estero per godere dei premi di navigazione, che pur essendo ridotti, per le navi costruite fuori dei nostri confini, si concedevano, indistintamente, a tutte le navi che battessero bandiera italiana. La successiva legge del 1901 modificò in peggio la situazione poiché abrogò o ridusse tutti i premi a vantaggio della navigazione, limitando solo i compensi ed i premi per la siderurgia e le costruzioni. Questa legge deluse grandemente gli Armatori i quali, indotti a costruire per le promesse più larghe di premi e di compensi, furono poi obbligati a corrispondere ai costruttori nazionali prezzi molto più elevati di quelli fatti nei Cantieri esteri e specialmente inglesi, rimanendo, in tal modo, danneggiati anziché favoriti. Ma, sopratutto, la legge difettava d’un concetto organico. La trasformazione del materiale necessitava d’una preparazione tecnica e d’una larghezza di vedute, di cui non potevano essere capaci i nostri vecchi armatori, che avevano passata la più gran parte della loro vita sulla tolda delle navi, e richiedeva inoltre ingenti capitali per fronteggiare il maggior costo delle navi a vapore e il conseguente esercizio. I singoli armatori non sarebbero quindi stati in grado di provvedere a simili bisogni nè, d’altronde, poteva supplire quello spirito d’associazione, non ancora sufficientemente sviluppato in Italia e sopratutto nella classe marinara. (1) Più dei premi, in allora forse superflui, avrebbe giovato, all’industria della navigazione, una larga corrente di capitali, la cui mancanza e scarsità determinò l’arresto e l’insuccesso di molte tra le più utili imprese marittime, soffocate e cadute quando meglio avrebbero potuto svilupparsi. Fu ancora la deficienza di capitali quella che obbligò molti (1) Gran parte dei proprietari liguri di velieri procederono, in quel tempo, alla vendita dei loro bastimenti ed investirono il capitale ricavato in immobili lungo il litorale. Certo, se in quel tempo, e fra quella classe di industriali, lo spirito d’associazione ed il principio cooperativo fossero stati più sviluppati le sorti della nostra Marina Commerciale avrebbero potuto prendere un’altra piega.