SERA.JEV0. 8!) cito a disegno ; punte di corallo nel cuore dei bottoni; nastri, galloni e fettucce ai giustacuori ; cordoni di seta verde e di filo d’ oro per 1’ orologio, per intrecciare ai capili delle donne, per le briglie dei cavalli. Quindi un gran numero delle botteghe di Serajdvo dedicate al commercio dei passamani. La passione delle pellicce, è generale fra i Musulmani, come tfra tutti i popoli di origine nomade relativamente recente : nella Bosnia è più che giustificata dai lunghi e rigorosi inverni ; allora tutti rivestono zimarre verdi o turchine, soppannate di pelliccia. I ricchi preferiscono le gole di volpe color d’ambra, la martora, il zibellino, i prodotti più fini dei paesi settentrionali ; i poveri si contentano delle pelli paesane, e per averle, più che per gusto da cacciatori, perseguitano nelle loro montagne i lupi e gli orsi, nelle campagne tendono trappole alle volpi. Quando infine si tenga conto dei lavori di bardatura e di certe bisacce di cuoio per viaggio, delle candele di sevo fabbricate da’ pizzicagnoli, delle budella lavate che spediscono a Trieste, e del sapone casalingo che serve agli usi più grossolani di pulizia, si avrà scrupolosamente registrato tutto ciò che l’ingegno suggerisce e la mano eseguisce nell’ industria paesana. Dunque il bazar di Serajevo non è una delle maraviglie del mondo ; ma in capo a un paio d’ore,