316 LA FIERA DI SALONA. e borse per il danaro, ma ben pochi pugnali e pistole. Un tempo ci volevano panduri in gran numero, armati fino ai denti, per mantenere 1’ ordine, ma la fiera dava pur sempre il suo contingente di feriti e di morti. Ora bastano pochi gendarmi e pochi rondati, specie di guardie campestri armate di fucile e distinte da una piastrella d’ ottone tagliata in forma di mano, a tre, quattro o cinque dita secondo il grado. I tempi cambiano: non ho veduto alla fiera che un solo esemplare mascolino veramente completo dell’antico costume morlacco, colla capigliatura a treccia lunga fino alla cintola, come la coda chi-nese colle giarrettiere di cuoio corazzate d’acciaio. E così le donne : poche più ne ho vedute portare il coltellino e la chiave, simbolo delle funzioni domestiche, alla cintola. Le ragazze da marito sono ancora fedeli al berrettino rosso che le distingue, ma aggiungono già i tacchi alti alle scarpette di marocchino. Se mai, le vecchie sono più fedeli all’ antica usanza ; quindi, per studiare costumi veramente caratteristici e nazionali bisognava rivolgersi alle fisonomie meno seducenti: parecchie fra esse portano ancora le opanclie a punta ricurva, gambiere di panno cremisi a ricami bianchi e neri, gonnella bianca a mille pieghe longitudinali, il petto coperto da una corazza di monete