72 BOSNA-BAHN. le rovine parecchie case nascenti, a cui lavorano operai italiani sul serio, croati e bosniaci colle mani alla cintola o alla pipa. Le lapidi inclinate e i turbanti di un cimitero turco in un letto di erba grassa e folta ; e sul muro di fronte il manifesto d’ una compagnia girovaga da café-chantant, che promette canzoni, canzonette, i nuovi duetti viennesi in costume, e 1’ uomo dalle ventiquattro teste. Sporgo il capo, e guardo giù nella via : alcuni operai e un capomastro discutono i prezzi della mano d’opera in dialetto friulano; due Turche straccione fanno la posta e danno la caccia ai viandanti, domandando col gesto e colla voce piagnucolosa P elemosina. Quali vidi allora quelle prime due, così, identiche, tutte le donne turche di Serajevo : stivalacci gialli a punta; camminare da anitre zoppe ; un velo fittissimo, bianco, che fascia la fronte, lascia appena una fessura per gli occhi, copre il viso, e scende fino alla cintola ; tutte ravvolte in un mantello nero o verde-scuro da capo a piedi, ¡»somma fantasmi molto somiglianti alle nostre monache d’ Occidente. L’ unica differenza che ho mai potuto rilevare fra le Turche di Serajevo è che poche vestivano panni decenti, la maggior parte pezzenti e rattoppate e mendicanti.... La prima cosa che in qualunque luogo nuovo deve fare un touriste, è di trovare un punto cui-