LA GUERRA ALL* ITALIANO. ‘287 lonterosi alla propaganda delle citaonice croate, e fanno la corte al console di Russia. Qualche Croato troppo zelante voleva che il municipio proibisse le scritte in lingua italiana sulle botteghe; ma si riconobbe l’ingiustizia d’una simile violenza. Si sostituì la nomenclatura slava all’ italiana nella topografia della città, le guardie municipali non capiscono l’italiano, gli avvisi ufficiali si pubblicano solo in tedesco e slavo : tutto ciò potrà dispiacere agl’ Italiani, ma corrisponde alla nazionalità e alla volontà della cittadinanza. L’architettura italiana di Ragusa non potrà mai essere cancellata : ma fra pochi anni Arlecchino e le altre marionette italiane non saranno più intesi ; dalle vetrine dei librai scompariranno i volumi dei nostri classici e le pubblicazioni della nostra vivente letteratura; quando 1’ ottimo bibliotecario, il padre Candido, sarà diventato candido anche di chiome, nella insigne biblioteca dei Francescani i libri stampati a Zagabria toglieranno il posto alle vecchie provenienze d’Italia; e 1’ egregio professor Gelcich potrà scrivere la storia della coltura italiana a Ragusa, considerandola come un .ciclo assolutamente esaurito. I cittadini di Ragusa faranno ancora venire d’Italia i cantanti per la loro stagione d’ autunno, e per tutto il resto si rivolgeranno a Zagabria, a Belgrado e a Pietroburgo. Se un’ eguale trasformazione accadesse colla