324 LA FIERA DI SALONA. infatti emigrano ad acque più quiete, quando soffia la bora. Fortunatamente quella sera la bòra non ebbe seguito ; nondimeno quando ritornai sul campo la fiera già andava cessando per F avvicinarsi del tramonto. L’ultima rappresentazione del veliki talianska hippodrom (grande ippodromo italiano) era terminata ; una disgraziata amazzone faceva pascolare l’unico ronzino della compagnia equestre ; si coprivano colla cenere le brage sulle quali il giorno dopo si sarebbe arrostito qualche altro centinaio di agnelli al palo ; due focosi Morlacchi disputavano a suon di pugni, approfittando della momentanea assenza dei gendarmi ; brigate di briachi vociavano a squarciagola. Peccato che nessuna delle donne osasse danzare il Icolo dalle voluttuose movenze, o lo shori-gori dai salti scatenati ! Invece non ho mai veduto donne più serie e contegnose di quelle morlacche. Molti si accomodavano per dormire sotto le panche, sotto le tende, nelle baracche ; quelli dei paesi più vicini partivano a piedi, sui carri, sui somieri ; le vetture dei cittadini di Spalato si dirigevano al trotto verso la città. Da questa gli sfaccendati venivano incontro al ritorno dalla fiera ; le donne in gran numero avevano preso posto, mettendosi a sedere ciascuna sopra uno dei paracarri equidistanti che fiancheggiano la via : la doppia