MOSTAR. 213 blica il municipio si presta con larga tolleranza; Alaj Beg Zade, podestà o sindaco o borgomastro che vogliate dirlo, invitando le famiglie ad iscrivere i giovinetti ai corsi della scuola elementare, ha cura di avvertire che vi sono ammessi tutti senza distinzione di confèssioni religiose: e per essere intesi universalmente i manifesti municipali sono stampati a quattro colonne, in tedesco, in turco, in serbo scritto a caratteri latini e in serbo a caratteri cirillici ; così nè i nuovi venuti, nè i Musulmani, nè i Cattolici, nè gli Ortodossi hanno ragione di lagnarsi o di non intendere. Nelle donne si osserva, come dappertutto, la maggioi-e tenacità alle vecchie tradizioni e alle pratiche religiose. Le musulmane, oltre il fitto velo, portano sul viso una specie di maschera o di visiera .nera ricamata in giallo, che mette quasi paura. Ho veduto le ortodosse accorrere sulla pubblica via per baciare la mano al loro prete, che maestosamente procedendo senza neppure guardarle aveva 1’ aria di concedere quel religioso favore come un atto di sua magnanima degnazione. Mostrano il viso le cristiane, ma in generale lo mostrano brutto ; poco aggraziata la persona e meno il movimento. Ciò che hanno di meglio è la semplice eleganza del vestito ; fra lana e tela, tutto in bianco, con un diadema e un collare di monete d’argento. Questo per le contadine e le popo-