214 M08TAK. lane. — Le benestanti ho potuto vederle in tutto il loro splendore, poiché mi trovavo a Mostar in giorno di domenica ; lascio quelle che hanno adottato alla peggio i figurini di Trieste e ne presento due sole, una fida al costume nazionale, 1’ altra in via di trasformazione. Questa, se avesse avuto il naso un po’ meno lungo e un poco più dritto, poteva passare per bellissima giovine : portava il fez posato di sghembo sulle nere chiome, il seno e la vita affatto coperti da una ricchissima corazza di monete d’ oro ; ma la sottana, di seta ponsò ricamata iu seta bianca, era tagliata all’ occidentale. L’altra in farsetto a larghe maniche e con ampli calzoni, tutto in seta nera a ricamo d’oro ; in capo una calotta piatta color porpora adorna di una lunga nappa di seta nera. Quanto agli uomini, i più agiati preferiscono il panno scuro, color pruna o turchino carico, con passamani di seta nera ; il taglio dei loro calzoni, larghi fino al ginocchio, è più felice e grazioso, meno a sacco, che in Bosnia. Qualcuno osa mantenere i calzoni, le ghette e la sciarpa al-1’ orientale, e adottare contemporaneamente la nostra giacca, la camicia inamidata, il solino duro e la cravatta a nodo e macchinetta. I più sono sempre fedeli al vecchio costume e ai vivacissimi colori bianchi, azzurri, scarlatti.