11 l'KOAZIA. ‘ 11 signore è italiano ?" mi domanda un com-irngno di viaggio. * Per obbedirla.’ * Mi saprebbe dire quanto costa a Milano il quintale di carbone dolce di faggio?’ * Mi dispiace, ma non sono nel commercio." * Mi saprebbe dire quanto è il nolo d’un vagone da Udine a Milano?” " Che vuole? non sono neppure nelle ferrovie." Ed ebbi tanto più ad arrossire della mia ignoranza, in quanto vedevo adottata dalla lingua ungherese la parola posta, e dalla croata la parola banca, due essenzialissime funzioni commerciali, in lingua italiana. A mano a mano le montagne andavano digradando: ma la Croazia si ostinava a non presentarmi nessuna caratteristica croata : i Croati comjtagni di viaggio non sognavano più di parlarmi latino, come qualche anno addietro mi era accaduto : serbando in cuore il loro diletto croato, si senivano del tedesco, del francese, anche del-l'italiano. Le stazioni apparivano graziosamente ornate di rampicanti sempreverdi, sull'esompio germanico : accanto ai caselli, cespi di dkàlie jwrpo-rine e filari di fagiuoli. I