SEKAJEV0. 85 per le orecchie allo sporto della bottega, e i fornai bastonati sulle piante dei piedi a colpi di de-gcneh; ma per le grandi usure e le grosse giunterie non c’ erano chiodi nè bastone. Appena si abbandonano quelle due vie principali, si trovano aspre difficoltà; tuttavia lo spettacolo singolare vi attira per quelle straducole sdrucciolanti. I ciabattini in Europa occupano di solito uno spazio molto angusto, quelli di Serajevo si contentano di un buco sotto lo sporto della bottega d’un altro mestiere ; non vi possono entrare se non carponi, e guai per la loro zucca se in un istante di vivacità l’alzassero senza precauzione. Brute ! druce ! « caldo ! caldo ! » sento gridare dai rivenditori di pane appena sfornato : pane in forma di stiacciata alta appena due dita, cattivo di qualità e mal cotto. Lo comprano, praticano un buco nella crosta, vi infondono qualche goccia di pessimo olio di Dalmazia ed ecco fatta la colazione ; è gala pe vi aggiungono uno di quegli enormi ci-trioli, che colle pere e colle susine costituiscono tutto il commercio dei fruttivendoli. I beccai tengono esposti crani bolliti di castrato : ma questa è tma ghiottoneria permessa soltanto alle borse dei ricchi— Quanto all' odore della cucina nazionale di Se-