200 MILITJSR-POST. ter da parte una ventina di lire al mese e a rimborsarsi delle spese di viaggio : anzi di recente la concorrenza dei Croati ha fatto anche maggiormente ribassare le paghe. E ciò a prezzo di infiniti stenti, di privazioni, di umiliazioni, di prepotenze, di angherie, quasi di schiavitù; lottando con improvvise interruzioni di lavori, con licenziamenti ingiustificati, coll’ astuzia litigiosa degl’ intrapren-ditori. Gli scalpellini, i falegnami, i fabbri, e specialmente i muratori, stanno un po’ meglio che i lavoranti di zappa e di piccone. Non è meraviglia, giacché pochi anni addietro in ciascuna città del-1’ Erzegovina si trovava a stento un solo operaio enciclopedico, il quale faceva da falegname, da muratore, da vetraio e da stipettaio ; per eseguire tutto ciò non possedeva che le sue mani, una piccola sega, una scure e una pialla ; e si faceva pagar cara la giornata, impiegandone metà a fumare, 1’ altra metà a lavorare colla più olimpica lentezza. E a Mostar un Italiano che (cosa inaudita) sapeva fare seggiole e tavole, veniva pagato prezzi favolosi da quei gran signori che potevano aspirare al lusso di mobili all’ occidentale. Ma i disgraziati operai della terra costituiscono la gran massa dell’ emigrazione temporanea italiana in quei paesi. Eppure, in tanta fatica e in tanta miseria, il con-