340 IL MARE UNO ARO-CROATO. vocato della virtù di Elena greca, sostiene che questa fu realmente suo malgrado e colla violenza rapita da Paride. Comunque, il ratto delle ragazze dalmatine non era davvero il più grosso peccato degli Uscocclii. Il peggio si è che predavano in mare inceppando il commercio, saccheggiavano e bruciavano in terra, facevano schiavi vendendo ai Turchi i Cristiani presi in paesi cristiani, e ai Pugliesi i Cristiani presi in paesi turchi sotto pretesto che fossero Musulmani. « Assassinamenti, trucidazioni di uomini innocenti, strazio dei corpi morti, be-verne il sangue, scorticarli per fare stringhe delle pelli, stupri, infinite rubbarie, » ecco le loro opere secondo gli storici del tempo ; così che correva allora il proverbio : Dio ti guardi dalle mani dei Segnarli. Eppure le autorità imperiali di Fiume permettevano che ivi frequentassero per viveri, per le costruzioni marittime e a smaltirvi le prede. I ministri austriaci li favorivano sotto mano, e per ostilità a Venezia e perchè corrotti dai doni, frutto della pirateria : tanto che gli Uscocchi, per quanto predassero, erano sempre miserabili; mentre che alcuni mercanti veneziani svaligiati, ricorrendo alla Corte austriaca, avevano riconosciuto in dosso alle mogli dei principali ministri gioielli e altre cose preziose ad essi rubate dagli Uscocchi.