CRONACA. Gl’ insorti perseveravano nell» lotta : si battevano in diverse località lungo la strada montuosa che mette dall’ Erzegovina nella Bosnia : a Konjitza, a Tarcin, a Lukavitza, dove in due giorni le truppe imperiali ebbero sei ufficiali uccisi e duecento uomini fuori di combattimento. Si diceva che disponessero d’ una batteria da montagna, che avessero il rinforzo d’un contingente montenegrino e che, per procacciarsi 1’ appoggio della Serbia, ne avessero spiegata la bandiera. Certo le loro simpatie e le loro aspirazioni erano tutte per la Serbia ; e questo probabilmente trattenne la massa della popolazione musulmana dal secondare l’insurrezione ; giacché L Turchi odiano più i Serbi dei Russi. Quanto alla Russia, il console di quella potenza non diede risposte incoraggianti quando gli si presentarono deputati di alcuni villaggi, i quali prosternati e lagninosi domandavano la protezione dello Czar. E si deve ritenere una diceria la voce che dalla Russia fossero stati i ribelli provvisti di ufficiali suiieriori, di armi e di danaro. Certo erano comandati da gente del mestiere, giacché praticavano anche l’arte delle fortificazioni improvvise, erano ben provvisti e bene equipaggiati in modo da poter battere la campagna e la montagna nel cuor dell’ inverno. Accadde più d’ una volta che le truppe imperiali, sfornite di