CIVIL-POST. 251 Locande non ce ne sono, indizio che a Met-covic il forestiero fa il meno lungo soggiorno che gli sia possibile ; conviene cercare alloggio in una casa privata, e mi indicano la casa Kratky. Bisogna attraversare un lurido cortile ; però la padrona mette a mia disposizione una stanza decente, fin troppo decorata, chè santi, madonne, oleografie, litografie, incisioni, una moltitudine di fotografie civili e militari, coprono le pareti ; due buoni paesaggi a olio e un certo numero di libri vecchi indicano che il padrone ha qualche famigliarità colle arti e colle lettere ; il Manuale di Filotea del Riva, sacerdote milanese, attesta il cat-tolicismo della padrona e il predominio della lingua italiana, di cui l’uso, tradizione vèneta, è generale a Metcovic, quantunque gli abitanti siano e si professino serbo-croati : gli avvisi dell’ autorità vengono pubblicati in tre lingue, tedesco, serbo, e italiano, ma non si sente parlare e non si legge sui cartelli del piccolo commercio nient’altro che l’italiano. Appena allogato, dico alla padrona: " Mi raccomando che domattina mi si svegli a tempo per la partenza del vapore.” " Quale vapore ? ” " D vapore per Gravosa.” " Scusi : ma domani non c’ è partenze.” " Come ? ecco qui l’orario ufficiale.”