LA GUERRA ALL’ ITALIANO. 285 dappertutto la lotta è egualmente fervida : a Spalato gl’ Italiani resistono con disperata energia; a Ragusa il predominio del partito croato è ormai irrevocabile. L’ esistenza dell’ elemento italiano in Dalmazia ò dovuta alla più legittima e più nobile delle cause : alla superiorità della civiltà e della coltura. Anche dove non si estendeva il dominio veneto, l’Italia si era pacificamente imposta. Ragusa, per esempio, fu sempre repubblica indipendente e di nazionalità serba. Ma la repubblica di Ragusa e i commercianti ragusei adottarono come lingua ufficiale e usuale l’italiana, perchè la lingua serba, incolta e barbara, mal si prestava ai negozi nel Mediterraneo è alle pubbliche transazioni ; per quanto alcuni scrittori l’avessero un po’ dirozzata, ancora nel secolo XV restava poco più che un salvatico dialetto. Oltreché adoperato, l’italiano vi fu a partire dal secolo XVI studiato letterariamente, tantoché diventò colà comune una distinta coltura letteraria italiana e latina, il possesso e P uso di libri italiani e di oggetti d’arte italiana ; dall’ Italia, anzi dalla Toscana, venivano i maestri prima gesuiti poi scolopi, e in Italia andavano i giovani a perfezionarsi. Soltanto nel secolo XVII, per opera principalmente del Gondola, si applicò dai Ragusei 1’ arte italiana al dialetto locale : così per mezzo e per virtù della lingua