302 LA GUERRA ALL’ ITALIANO. Se a Vienna ritornasse al potere il partito ligio alla costituzione, il partito che nella Cisleithania intende mantenere la supremazia dirigente della razza tedesca, come della razza magiara nella Transleithania, è certo che verrebbe posto un argine al trascendere degli Sloveni e dei Croati nelle province meridionali dell’ Impero, e si riconoscerebbe la opportunità di lasciar vivere gli Italiani per contenere gli Slavi. Ma il desiderabile evento è molto problematico ; e se gli Italiani della Dalmazia vanno lodati per il coraggio con cui si accingono a questa suprema battaglia, c’ è anche molto da temere che restino definitivamente battuti. Nelle altissime sfere dinastiche pare si creda che la rovina del dualismo austro-ungarico e il sostituirsi d’ un federalismo più frazionato non debba nuocere alla monarchia, ma possa anzi giovare alla grandezza di questa e dello Stato. La politica del conte Taaffe, il quale non è solo capo del governo ma amico personale del sovrano, pare si creda risolvente invece che dissolvente. Quando il dottor Baiamonti espose all’ arciduca Alberto, influentissimo a corte, la situazione del partito italiano in Dalmazia, esprimendo la speranza che per mezzo dell’arciduca ne fosse istruito il sovrano, la risposta dell’ arciduca fu risolutamente declinatoria. Fanno bene a battersi gli Italiani di colà : ri-