LA GUERRA ALL’ ITALIANO. 295 alla più giusta equità e alla più scrupolosa imparzialità. Ma fu subito chiamato a Vienna, dove gli fu meglio spiegato il latino, ossia il croato ; e appena di ritorno, si mise all1 opera con soldatesca ubbidienza alla consegna. Il partito croato comprese che poteva tutto osare, e si accinse a togliere il municipio di Spalato dalle mani degli Italiani. Non potevano avere la maggioranza? colla complicità del governo si fabbricarono una maggioranza fittizia, falsificando le elezioni. Le liste vennero compilate secondo il loro arbitrio : se ci fosse stata la possibilità di ricorrere all’ autorità giudiziaria, gli Italiani avrebbero ottenuto giustizia dall’ alta magistratura, che finora si è mantenuta in Dalmazia superiore ai partiti ; ma non c’ era ricorso che all’ autorità amministrativa, ormai serva del partito croato. Dove non bastavano i vivi, si fecero votare i morti. Dove le votazioni, ciò nonostante, parevano riescile troppo favorevoli agli Italiani, il commissario governativo osò troncarle contro le precise disposizioni del regolamento elettorale. Gli impiegati furono realmente costretti a votare secondo volevano i Croati : furono ad essi mandate le liste croate per mezzo d’usciere ; pochissimi ebbero il coraggio non dico di votare contro la suggestione governativa, ma neppure di astenersi. Sotto il pretesto di tutelare l’ordine pubblico