IL MARE UNGARO-CROATO. 341 Avevano questi i loro avvocati, che ardivano paragonarli ai Cosacchi, mentre questi facevano onestamente la guerra al solo danno dei Turchi. Anzi un Domenicano lucchese osò presentarsi per giustificarli alla Corte di Roma, ed ivi esaltarli come Maccabei, sostenendo che essi, in obbedienza alla bolla In ccena Domini, predavano solo il contrabbando di guerra che provvedeva i Turchi di armi e di munizioni cristiane. Erano gente altrettanto ardita e ostinata quanto feroce. I Turchi davano loro la caccia in terraferma con una milizia speciale, più scellerata e barbara degli stessi Uscocchi, detta dei Martelossi; Venezia faceva impiccare e poi decapitare quanti ne prendeva ; eppure durarono quasi ottant’ anni. Uno dei più famosi loro capi, lo Jurizza, con soli centocinquanta Uscocchi osò penetrare e saccheggiare fin dentro le mura di Pola. Armati appena di leggeri archibugi a ruota, di pugnale e di una piccola scure, tenevano testa alle migliori truppe venete di mare. Una volta, nel porto di Pago, sorprendono e sopraffanno la galera di Cristoforo Venier ; accoppano a sangue freddo tutti gli ufficiali, i soldati e i passeggieri di conto ; tornati a Segna tagliano la testa al Venier, negandogli la confessione ; ne gettano il corpo in mare, pongono il teschio sanguinoso sulla tavola dove molti di essi, riuniti a banchetto, intingono