LA FIERA DI SALONA. Nei primi giorni (li settembre, quando le uve già sono prossime alla completa maturità e il sole ha quasi ancora la forza estiva, Spalato e i suoi dintorni prendono una vita insolita. Cittadini e campagnuoli hanno l’aspetto allegro e buona volontà di affari : assicurata la vendemmia, ci sarà del danaro anche per la povera gente ; perfino i più avari e diffidenti figliuoli delle aspre montagne si decidono a far le loro provviste ; le donne a mettere la loro dote in vesti sontuose, nelle oreficerie e nelle argenterie, esigendo argento purissimo e oro da diciotto carati. Vedi allora giungere al porto intere flottiglie provenienti dalle isole, carovane di cavalli, di asini e di muli scendere dai monti. A Salona, a Spalato, sulla via, è un formicolio di montanari e contadini vestiti da festa ; le loro donne, in lunghe dalmatiche di panno nero, con grembiuli ricamati sul fondo rosso, colle camicie a maniche gonfie lavorate a traforo, sfoggiano scarpe lucide, calze pulite e un gran numero di grossi bottoni d’ argento tìlogranato al corpetto. Da ognuno dei castèlli (come a Roma, così a Spalato si chiamano castelli le borgate del territorio) ragazze e maritate vengono con differenti costumi, ma tutte pompose e cariche d’ oro nei capelli, alle orecchie, al collo, sul petto. La fiera si tiene sulle rive .dell’ azzurro ladro