MILITA K-POST. 205 nel suo corso superiore è uno dei più vaghi fiumi che si possali vedere : le acque limpide, secondo le profondità e i riflessi di luce, prendono ora il color turchino, ora il verde, spumeggiano rapide tra gli scogli, si distendono ogni tratto in placidi pelaghetti d’argento, si dividono e si ricongiungono intorno a rocciose isolette, formano rumorose cascate, sembrano sparire dove il letto s’inabissa nelle più strette gole e risuscitare più lontano. La strada da Mostar a Konjitza è un lavoro magnifico, e costò non meno di tre milioni di fiorini : per mezzo di arditi ponti passa qualche volta sulla destra, ma in generale segue 'la sinistra del fiume. Dall’ altra parte il meschino e rovinoso sentiero che i Turchi chiamavano strada fa risaltare la grandiosità e il comodo della nuova opera. Il traffico è discreto : s’incontrano frequenti carriaggi e carovane di somieri ; questi sembrano ancora poco abituati a imbattersi nelle vetture, poiché spesso aombrano e si sbandano spauriti; i farad t/i erzegovesi hanno un bel da fare per trattenerli dal gettarsi a precipizio nel fiume; i più prudenti si fermano da lontano e dispongono le loro bestie col muso all’ infuori perchè non veggano lo strano spettacolo che mette ad esse tanta paura. Sono sudici, ma altrettanto pittoreschi quegli Erzegovesi vestiti di lana bianca a cordoni neri e