CRONACA. 12:t poggio per dar di leva e scompigliare, a vantaggio della Russia, l’edilìzio ottomano. Lo trovò nel Montenegro ; il quale fin d’allora cominciò ad esercitare la sua funzione di lievito sommovitore fra le genti slave dell’ Erzegovina e della costa adriatiea. Caterina II e tutti i successori di Pietro ebbero sempre sul pugno il falco montenegrino, lo ebbero sempre maniero e disposta a lanciarsi nella caccia al Turco : invece di carne cruda gli davano quel tanto di rubli che era necessario per vivere e per tenere asciutte le polveri, più una buona provvisione di belle speranze nella futura grandezza. Ma come da Pietroburgo, così anche da Vienna si guardava laggiù, e colla stessa cupidigia. Tanto il principe Eugenio quanto il maresciallo Laudon fecero in Bosnia delle escursioni militari per conto di casa d’ Austria ; però i tempi non erano maturi, cominciando appena la decadenza della Turchia. Venezia, padrona della Dalmazia e che quindi avrebbe avuto colà i maggiori interessi, non aveva più che le forze sufficienti (ter difendere con gloria i suoi possessi marittimi. Passata la Dalmazia ai Francesi, quando Napoleone I ebbe stretto a Tilsitt l’effimera amicizia collo czar Alessandro, e si trattava di procedere d’ accordo con questo a uno smembramento della Turchia, Naj»oleone aveva già dato qualche disjw-sizione, il maresciallo Marmont incominciato i pre-