MOSTAR. 221 un velo d’ argento sopra un piano inclinato, come doveva essere a Roma la meta sudante ; in più luoghi la perenne umidità ha reso le rocce nere come il carbone. Il torrente prima di gettarsi nella Na-renta dà vita a parecchi lopatara, cioè a piccoli molini a ruota orizzontale (giacché a Mostar come a Serajevo i molini sono tutti a questo modo), irriga ortaglie e campi coltivati, dove ho finalmente trovato un gradevole riposo di verzura dopo tanta pietra. Infatti da quella parte si dirigeva la gente per gustare la scarsa e però preziosa amenità della campagna : ufficiali e impiegati vi godevano il passeggio domenicale colle loro signore e signorine ; vi passeggiava perfino qualche Turco ; e questo prova la eccezionale vivacità della popolazione, giacché in pochi luoghi del mondo musulmano accade di vedere dei Turchi camminare a spasso. Trovai a stento la via di ridiscendere al fiume per il letto asciutto d’un altro torrente fra case diroccate e molini abbandonati, a traverso il cortile d’ una osteria dove si vendevano ai ghiottoni teste di montone lesse.. Di laggiù si manifesta in tutta la sua grandiosità 1’ arditissimo arco romano, si vede il pietrame regolarmente tagliato e commesso colla diligenza caratteristica agli edifizi della buona epoca imperiale. E siccome i lavori di rinforzo alle testate, aggiunti dai Turchi, hanno imitato l’ec-