28 Variazioni senza fine trovo anche fra gli altri raccoglitori. Ecco un esempio del Lambertz (1. c. p. 177, vv. 45-50): Bishé e Ore e gjyrpaj i kite pa, dy Ore kahè i rrishin te kryet, e gjyrpajt kahé i lypiné varret, bishè té egra kahé i rrishin te kambét, rujshin Mujin mos me kalua. Meria e forté Temkut na i kite hi. \ Aveva veduto lupi e Ore e serpenti, due Ore mentre gli stanno vicino al capo, e i serpenti mentre gli lambiscono le ferite, i lupi selvaggi mentre gli stavano ai piedi, vegliavano Mujo perchè non trapassasse. Un grande spavento gli era entrato a Temco. Ecco un altro esempio preso dal Hyllii Dritè's (An. 1924 p. 40), dove è pubblicata una variante però assai più completa della romanza pubblicata dal Griakova. Prendiamo l’introduzione della rapsodia : Te lumt na per t’Madhin Zot, qi s’jemé kèné e Zoti na ka falé ! Drité ka dalé è dielli ka bà. Ca ka bà Qeto Bashe Muji? Se né krajli Muji paska dalé, edhè ’i nuse e paska xané, xané e paska té bien e krajlit. Beati noi pel gran Dio, che non fummo e ci ha creati! Uscì la luce e si fece il sole. Che cos’ha fatto (Jeto Bashe Mujo ? Poiché nel regno Mujo se n’andò e si fidanzò con una sposa, si fidanzò con la figlia del re. Sembrano versi dettati da uno stesso rapsodo, tanto si somigliano! Ma ce n’è in ogni rapsodia di ogni qualità, accanto ai versi regolari ottonari o decasillabi. Eccone una serie che prendo ancora