30 canti nella Làhuta e Malcis, essendo ciò in perfetta armonia con l’istinto e la tradizione della sua gente. Il decasillabo che è il verso della poesia popolare degli Slavi, e che apparisce in Albania nelle regioni di confine solo nelle canzoni epiche dei rapsodi, si manifesta come un verso d’importazione ed è una prova che il campo proprio in cui originariamente è nata e si è svolta codesta poesia rapsodica è il territorio degli Slavi in cui furon combattute le lotte di quegli eroi. Ho accennato sopra che il canto quando è accompagnato dalla lahuta piega il verso a variazioni ritmiche e pleonasmi che non s’incontrano se non sporadicamente quando esso è recitato. Tali variazioni non solo riguardano gli accenti, che obbediscono in tal caso solo al ritmo musicale, ma portano l’introduzione di voci per lo più del tutto senza significato, a guisa di esclamazioni o di prolunga-menti fonici, o di ritornelli ritmici che si potrebbero forse in qualche modo comparare lontanamente con le introduzioni ritmiche ripeten-tesi alle volte, davanti ai singoli tratti dei treni di Geremia nella Bibbia. Non so se il raffronto valga e quanto valga, ma è quello che mi si è spontaneamente affacciato alla mente pensando a questo strano fenomeno ritmico dei versi rapsodici quando sono cantati. Un esempio farà capir tutto, meglio di qualunque esposizione teorica : ai ne shpi djali - je - ka shkue, o nja tri jau djali kish pushue, ue sa miré vetin djali m’a ka majté, uu kùr u mushen ditét e tri jauve, u nate heret djali m’ishte gue, u m’ishte, veshé - o - djali e m’i shtergue uo nè pazàr more djali qi me ka ra. il giovane andò a casa, circa tre settimane il giovane avea riposato, quanto bene il giovane si mantenne. Quando si compirono i giorni di tre settimane, la mattina per tempo il giovane si levò e si vestì il giovane e si fece pronto (apprestò) e il giovane discende al mercato. Sono indicati in corsivo tutti gli ammennicoli del ritmo cantato di una rapsodia. Non isfugga che i versi sono quasi tutti impecca-