33 volte col bajlòz che viene dal mare come una tempesta. Il dominio di questo mondo di eroi è diviso fra i krajlat (alle volte più determinatamente secondo una concezione tradizionale i 7 krajlat) che sono i re, e il Mbret o Sultano di Costantinopoli capo supremo sempre venerato e temuto dell’agglomerazione turca. I re occupano domini del tutto indeterminati : in Europa tutti i territori non sottoposti al Sultano, se non che l’ala del poeta ci porta di punto in bianco, non si sa se in Europa o fuor dell’Europa, anche nella bianca città del re di Bogdat, che per essere capitale non si saprebbe identificare se non con la città della Mesopotamia. Ciò peraltro è del tutto iverosimile se si pensa che tutte le gesta si sviluppano nei Balcani. Un’altra razza sembra essere ricordata, non però come parte attiva nella lotta degli eroi, la latina, come apparisce dal nome di certe spose di re. Codesti re sono naturalmente amici fra di loro, come sarebbero amici, per es., alcuni compagni che frequentano una medesima scuola o che vivono sotto il cielo di uno stesso villaggio. L’idea di razze o di popoli diversi è un’ idea imposta dalla realtà e che semplicemente affiora alla superficie del canto e delle cose come per le razze di animali diversi che convivono più o meno armonicamente fra di loro sulla faccia della terra, poiché il senso che l’evoluzione storica e la cultura con le armonie o contrasti di pensiero, di lingua, di usi o di interessi nel groviglio politico e sociale del mondo ha dato a questi termini del dizionario, è lontanissimo dalla coscienza e dalla cultura del rapsodo. L’unica idea cardinale che spicca nel profondo è la fatalità di una lotta fra due nemici irriducibili e irreconciliabili, unicamente, si direbbe, perchè uno è shkja e l’altro è turco. Non si discute di minacce o di occupazioni territoriali, non si accenna a grandi organizzazioni militari sotto la direzione di un capo per uno scopo preciso e proporzionato, come non si parla mai di avvenimenti campali nello stretto senso della parola. In questo anzi si scorge una differenza fondamentale fra i piccoli canti eroici nazionali della musa popolare albanese in cui sono in gioco i sette re e il Sultano che si combattono in un senso balcanico moderno per spingere o per sopprimere aspirazioni collettive nazionali o quasi-nazionali, e le rapsodie del ciclo d^gli eroi di Jutbina e dei loro avversari. Perciò la stessa vasta e formidabile organizzazione dell’impero turco non entra per nulla con le sue schiere e ordini militari coi suoi pascià e coi suoi vezir, nomi che compaiono solo inciden- 3 -- Cordignano - La poesia epica nell'Albania