151 nii to po e shtìke Alì Bajraktarin, 7 vjet n’ at burg e ka lane, kush brimen ne burg nu i a ka ndie, ’i dite prej ditesh ’i ’teferik si kènka que, gjith po i luejke lulat e barit, se ish kane nise syni i prendveres, ish mbushe mali dushk e bar, eren ne burg Alis jau ka ndie, ka marre brimen ka marre piskamen. Oh Dio gli avea trovato un carcere tedioso, fino alle ginocchia vi arrivava il fango, fino alla, cintura vi giungeva l’acqua, e in esso ci mise AD Bajraktdr, lo lasciò 7 anni nel carcere, nessuno ne sentì mai un lamento in carcere : un giorno si leva un venticello, e move tatti i fiori dell’erbe, poiché era cominciato l’occhio della primavera, e il monte era pieno di erbe e di fronde, V odore ne andò nel carcere ad Alì, allora proruppe in pianto e levò strida- Non c’ è bisogno di fare commenti a questa esplosione del sentimento umano di fronte alla libertà e alla bellezza affascinante del mondo che rigermoglia. I rapsodi migliori non dimenticano mai lo sfondo panoramico delle gesta che presentano con brevi tocchi, con bellissime espressioni. Indicano, per es., il sorgere delle nuove stagioni che riportano al pensiero dell’eroe il piano delle loro imprese : po e bjen Zoti vere e prendverè, fjalet e drurnit nieri s'i harron ; Dio riporta V estate e la primavera, l'eroe non lia dimenticato le parole della strada; è Musà Qesexhija che all’arrivo della stagione propizia ripensa ai propositi e ai disegni di signoreggiare da tiranno la via dell’ Europa, dove si leva in mezzo al fascino della natura a un’ altezza di fantastico gigante quest’uomo che vuol essere colla potenza delle