Ili lui morto. Halili per un altro prodigio di poesia sente tutto, ma non sa che fare. Un uccello va alla sua tomba a cantare, e Halili lo prega di far sapere a Mujo degl’ insulti che il turpe capitano gli faceva quotidianamente. L’ uccello obbedisce immediatamente a quella preghiera e va a riferire a Mujo il triste messaggio : « A jé mbrendé, ti, del ne deré ! se amanèt Halili m’ a kà lane, dy tri fjalé — o — me t’i thàné, me m’ a pré Ivan Kapidanin qi per dite po del me gjue, se né topùz vorrin m’ a rrah : 90U, Halìl, thoté, né mejdàn me mé dalé, tash tri vjet i mjeri kam deké, kurrkujè né mejdàn s mundi me i dalé ». « Sei dentro in casa ? vieni alla porta ! poiché Halili mi ha lasciato in iscongiuro, dì riferirti due 0 tre parole : vieni a uccidere Ivan Kapidanì poiché ogni giorno venendo a cacciare, percuote il mio sepolcro col topùz : levati Halil, e vieni al duello, son già tre anni che misero son morto, non posso presentarmi al duello con nessuno ». Intendono i cavalli, parlano gli uccelli ; della stessa kulshedra è detto che ha parlato all’ uomo ; l’intelligenza e il linguaggio in questa poesia di animazione universale della natura, non sono più la prerogativa dell’ homo sapiens (1). Tutto del resto è come pervaso da forze occulte e misteriose benevoli 0 malefiche all’uomo ; tutto il mondo partecipa più 0 meno l’influenza e il potere di spiriti sparsi da per tutto, cogli occhi sempre aperti sulle vie battute dall’uomo. E in tutto questo nessun (1) Animali in: Coll. Sinl. — Gli animali parlano. Cosi il corvo e il lupo rispondono alla pietosa sorella di Ali Bajraktàr. — Anche i cavalli sì commovono fino al pianto : lot per faqe atllarve po u shkojnè, i destrieri mandano calde lagrime dagli occhi.