53 È vero però che nell’impero la loro è una fama di veri briganti che non badano né alle leggi né al gran signore dell’ Impero stesso. Perciò in differenti rapsodie si vede levarsi il popolo di Bosnia e della Romelia, e una volta son messi in scena anche i Vasoviqi del Montenegro che vanno a portare i loro lamenti al babambrèt di Costantinopoli. E non c’è che dire veramente dietro la enumerazione che delle braverie dei due fratelli fanno i versi della canzone : Qka ka bà Muja e Halili djel té mirè Zoti i ka falé nuk po lane trima gjà pa bà, nuk kan lanè djalé té ri me u rritè, as s po lanè ^iké per me u martue, nuk po lanè pazàr per me u (jilè, as s po lanè drumin pa thye. (Mujo e Halili te Mbreti). Che cosa ha fatto Mujo e Halili, Dio lì ha fatti giovani valorosi ; i due prodi ne fanno di tutte, non han lasciato crescere alcun giovane, non lasciano fanciulla prendere marito, non lasciano aprirsi alcun mercato, non lasciano alcuna strada senza troncare. Quantunque generalmente i due fratelli sieno andati d’accordo, pure non manca la musa popolare di metter in evidenza anche nel caso di Mujo e Halili gl’ incontrastabili istinti della loro natura egoista e violenta. Cosi un giorno i due dopo essersi trattati di bastardi, si presentano alla madre: pashè ai Zot, o nané, si na ka dhàné na kallxon i cilli jemè kopìl, ndo copé copè njitàsh kam me té bà ; per quel Dio, o madre, che ci ha creati, facci saper qual sia bastardo di noi due, che altrimenti sull’ istante ti faccio in pezzi. Per fortuna la madre non era una donna da lasciarsi imporre o intimorire, e prende subito in mano un bastone per darne quat-