64 Passiamo alle loro imprese. Come apparisce dalle rapsodie son tutti fatti individuali di una guerriglia o di rappresaglie o di rapine che non terminano mai. Pel rapsodo il fatto fondamentale e generale della lotta fra turchi e cristiani è semplicemente sottintesa, non mai messa in evidenza. Egli canta solo fatti d’arme particolari che hanno l’unico scopo di ottenere la glorificazione di questo o di quell’eroe : evidentemente se il rapsodo è turco, deve vincere (ordinariamente, cioè quasi sempre) il campione turco, se il rapsodo è cristiano ortodosso, l’ortodosso o il cristiano (croato, serbo, magiaro) ; se il rapsodo è cattolico albanese, generalmente vincono i Turchi poiché le sue rapsodie si ispirano alla tradizione turca, salvo che non provengano da cantori slavo - ortodossi d’oltre il confine. Questo, per tracciare con poche parole le linee generali. Lo scopo supremo di tali fatti d’arme essere là glorificazione di un individuo, ci è attestato dal verso con cui Mom9e liberato da Mujo gli dimo-trava la sua gratitudine : kurr kangé permbì kangé t’ ande mos muejt m’u kendue ! mai non si canti canzone superiore a quella della tua gloria ! E per loro codesti fatti d’arme son la cosa più ordinaria, sono il sostrato, il pane della vita. Egli vive più fuor di casa alla caccia dell’uomo, che in casa, eccetto forse il vecchio Qefèn Agé. Perciò un rapsodo di Cùrraj descrivendo la vita di codesti guerrieri, osserva che Mujo è quasi sempre fuori per le montagne : burre ma i mire né Jutbinè nuk àsht, vec gjith motin malit po e bàn, i shkon malit Mujès tui liftue ; guerriero migliore non c’è a Jutbina, solo che passa tutto il tempo alla montagna, gli passa il tempo a Mujo pei monti combattendo. Ye ne sono anzi che vivono perpetuamente nella bjeshka: kurr nder kulém kryet s e kena shtì, por gjithmoné nè bjeshké jena mésue e shpija e jone gjithmoné bjeshka ka me kènè ;