100 naccia di morte. Le povere Ore si recano di fatti piangendo, da Mujo, e così gli parlano in tono di lamento e di rimprovero : ti me kènè i forte sikur ké thànè, neve Shkjét késhtu s na kishin bà, a po sheh me gjak si na kan là? se tu fossi realmente forte come pretendi, gli Slavi non ci avrebbero indotte a questo punto; ma non vedi come ci hanno lavate col sangue? Un altro guerriero prepotente, Deli Basha di Stambolla, vuol assalire le Ore per rapirne una e farla sua donna. Eran trenta le Ore della montagna che gran solite recarsi a prendere un bagno nel lago di Prizrend (siamo nella rapsodia di Milosh Obiliqi). De lija prende con sè trenta briganti (cuba) e le assale mentre stavano proprio bagnandosi e riesce a portr via la sorella di Milosh, sorella in quanto la madre di questa Ora aveva mantenuto Milosh abbandonato, col latte del suo seno. La Ora è descritta con la chioma così lunga e così folta che le copriva tutta la persona da capo a piedi. Deli Basha la afferra appunto pei capelli, la lega con essi a un abete e le impone di farsi sua moglie. La disgraziata che non ne vuol sapere, seguendo il consiglio della madre, alza un grido invocando l’aiuto del fratello di latte, Milos. Miloà sente il grido ma non gli riesce di comprendere la direzione di quel gridare. Tuttavia monta in groppa al cavallo, gira per tre ore per la montagna finché arriva finalmente a trovare la sorella legata. Uccide Deli coi suoi trenta compagni, e così rende libera la sorella^). Noto che generalmente in Albania codesti esseri femminili meravigliosi che si lavano nelle acque e son coperte della lunga chioma si chiamano con denominazione propria, Keshete, e c’ è la credenza che qualche famoso montanaro abbia potuto sposarsi e aver figli con simili esseri. Non c’ è bisogno di rilevare che fra le Keshete e le Zane vi è la stessa differenza che nella mitologia classica fra le ninfe delle acque e le oreadi delle montagne. Anche le Zane, quan- (') In un altro caso, il nipote di Mark Syla Mark riesce a uccidere due Zane, le più potenti, e a troncar loro le teste che serviranno poi di bugiardo trofeo a Marco stesso resosi colpevole di uccidere, per invidia, il nipote.