83 indica una vita molto agiata, in cui codesti re, o capitani o agaj o cavalieri possono fare sfoggio di una generosità e pompa particolare nelle loro nozze, specialmente, e nei loro ricevimenti in occasione delle gare che abbiamo accennato. Un particolare non raro a occorrere, lo conferma, ed è il fatto che Halili, per es., arriva fino al punto di far prendere riso al suo cavallo, invece di biada, e rakija invece di acqua; c’è chi lo abbevera e conforta col vino ; con questo si entra naturalmente nel fantastico o nello spettacoloso, ma è un segno di straordinaria prosperità. Non occorre avvertire che il cavallo mantenuto, fosse pure solo qualche volta, in tal modo, andava in visibilio : krejt dynjajet gjogu don me dalè, il bianco destriero è in procinto d’impazzire dalla gioia. Non si accenna però mai all’agricoltura (*), nè si vedono mai biondeggiare le messi ai raggi estivi del sole, come non è mai detto di qual natura fosse il commercio e che cosa si vendesse al bazàr. Si è sempre costretti ad affermare che unica preoccupazione del cantore è il fatto d’ arme e quanto serve a moverlo e illuminarlo ; fatti d’ arme che si svolgono fra le kulle e le bjeshke, e sul mare o dal mare, ma il bazàr, l’osteria, la fontana a cui vengon le ragazze con la kndate o gerrgàk, o l’officina del fabbro, servon solo di sfondo o di ammennicolo sia pur necessario per avviarlo. Tutto deve servire a far la guerra per vincere e ottenere la gloria, anche le potenze che stanno sopra il mondo. Da questo si potrà comprendere di qual natura fossero e fino a qual punto arrivassero le idee religiose nei Icreshnike delle rapsodie (2). (') Però possedevan campi e ciò lo fa supporre ; così di Mehmèt Aga è detto : Kish pase kullu e Saraje, aveva avuto case e palazzi, kish pase ara e livade, aveva avuto campi e prati. (*) Archeologia o civiltà. Coll. Sird. - Oltre il topùz i rande (la pesante clava), si rammenta il miz-dràk i hollè, una sorte di lancia per cavalieri; una pastora non mangia che latte di pecore nere (galash) e biscotti (karamana) ; si ammogliano con le pietre e con la terra (elemento piuttosto mitologico) ; fanno il ritratto di Muj o (surratin e Mujit); si rammentano botteghe, mulini e follatoi (vajanicat) ; il re va a pigliar pesci ; Halili siede sopra una sedia (karrike) ; rombano mortai e cannoni (havàn e topa) ; il freno è formato di fili particolari di seta (prej brishinit).