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             come m’han detto, poiché là non ci son stato, là sia (ancora) come è stato un tempo, e noi deh qui abbiamo Vaiuto di Dio!
oppure : si kush kendofét, si kush ndigiofét, gjithmonè Zoti i ndimofet : si me kan thàne se atjè s jam kànè ;
              come chi canta, così chi ascolta, sempre Dio lo aiuti :
             come mi han detto, poiché là non ci son stato.
    Se non ohe tutto questo non è che una parentesi o un avviso, come si voglia dire; del rapsodo che si spoglia, un momento, della sua qualità di attore di un dramma antico e si presenta sul scenario davanti agli spettatori per una parola di prologo o di congedo. Bisogna esaminare quel che esce dal fondo stesso del dramma, cercar di comprendere la rivelazione diretta o indiretta del suo spirito, delle sue basi, delle sue finalità.
     Dall’esposizione storica delle gesta degli eroi del ciclo di Mujo e Halili, come dall’esame del loro carattere, risulta chiarissimo che
il	mondo dei kreshnike nelle occupazioni e nei costumi, nelle idee e nella vita, è ristrettissimo, senza idealità che quella della forza, senza finalità che quella della gloria e del loro erx (onore); non c’è insomma nessuna filosofia spirituale della vita, e possiamo affermare che non c’ è nessuna religione sentita come fede che illumina o come legge che dirige le coscienze e le volontà. Tuttavia l’idea di Dio come Essere supremo, da cui 1’ uomo è stato creato, nelle cui mani sono i destini della vita, non manca, sebbene non sia molto frequente nei versi delle canzoni. Bisogna dire che anche qui più che l’elemento tradizione c’entra fino a un certo punto il carattere del rapsodo più o meno inclinato a ricordare di tanto in tanto secondo le circostanze i supremi concetti che presiedono alle origini e alle finalità della vita. Fra i Turchi poi è rarissimo che si accenni alla loro organizzazione religiosa con la moschea e con Y hoxhà e coi riti che ne accompagnano le solennità o gli eventi più capitali della vita come sono la morte e gli ultimi uffici della tomba.
    In questo si vede subito una grande differenza dagli Slavi dove gli uomini di chiesa e le chiese con qualche loro rito compa-