— 347 — rebbero arrivati a Brindisi, dal fatto che mancavano negli ancoraggi albanesi i mezzi per un rapido scarico, ed un piroscafo, anche di non grande tonnellaggio, sarebbe stato costretto a permanervi al-l’ancora molti giorni senza una protezione dal cielo o dal mare, che, date le circostanze, era ben difficile acoordare sicura. Un grande piroscafo inoltre che fosse affondato entro S. Giovanni o all’imboccatura della piccola baia, avrebbe completamente ostruito e reso impossibile servirsi ulteriormente di quel porto : se poi affondato o catturato in mare, avrebbe significato la perdita di una quantità notevole di viveri. Conveniva per queste ragioni frazionare i carichi sulle piccole unità che potevano meglio internarsi negli ancoraggi ed essere più rapidamente scaricate. Le condizioni idrografiche locali e la navigazione in vicinanza della base nemica si prestavano tanto all’offesa subacquea, quanto a quella di superficie; e queste offese il nemico poteva apportare quando lo credesse più opportuno, di sorpresa, con forze rilevanti e senz^ grave rischio da parte sua. Furono perciò prese disposizioni preliminari per la posa di un certo numero di torpedini davanti ad ambedue i porti albanesi prescelti, e si pensò anche all’ invio di alcuni cannoni da piazzare a difesa sulla costa; ma le difficoltà di esecuzione di questi progetti, dovute all’insufficienza di quanto occorreva, furono tali che poterono essere messi in atto parzialmente soltanto