\ - 221 — ta, sia perchè da questo punto sarebbe stato facile provvedere alla sorveglianza di tutta la linea Gargano, Pelagosa, Lissa, Capo Planka, o per lo meno di quella Gargano, Pelagosa, Lagosta, sia anche perchè si sarebbe potuto disimpegnare con minore dispendio di forze un altro servizio utilissimo davanti ed a protezione dei nostri porti più spesso attaccati dal nemico. Ma la considerazione che un gruppo isolato di sommergibili senza appoggio di navi, in un porto quasi indifeso, avrebbe corso il rischio di essere sorpreso e distrutto da una scorreria di siluranti nemiche, e che la costituzione di una tale base avrebbe esposto la città a pericolo di essere bombardata più severamente di quanto già la flotta austriaca non avesse fatto, fece desistere per il momento dall’attuare il progetto. Questo però fu ripreso in esame dopo l’abbandono di Pelagosa, ed eseguito insieme con un più vasto programma durante il 1916, creando cioè basi protette d’appoggio ad Ancona, ed a Bari, oltre che a Barletta. I sommergibili nel 1915 continuarono a partire da Brindisi per le loro crociere : solevano lasciare il porto nel pomeriggio e pernottare generalmente isolati a Barletta, per giungere nel giorno seguente a Capo Planka; colà rimanevano in agguato per un giorno intero o più, e ritornavano poi per la stessa via a Brindisi. Mentre durava l’occupazione di Pelagosa la crociera fu prolungata, aggiungendovi una fermata di 24 ore nelle acque dell’ isola per contribuire