— 159 — Un’occupazione territoriale inoltre avrebbe potuto fornirci un buon ancoraggio dove costituire una base, sia pure secondaria, di rifornimento per il naviglio leggero. Sarebbe stata questa un utilissimo complemento del porto militare di Brindisi, ancora non sufficientemente protetto per contenere la maggior parte del nostro naviglio 1, e troppo eccentrico per navi che fossero destinate ad operare nel medio Adriatico, non lontano dalle basi uavali nemiche. Rispondevano bene a queste finalità alcuni ancoraggi delle isole Curzolane, e fra 1 A quella data (sett. 1914) i lavori per la difesa di Brindisi erano ancora poco avanzati; il porto non era chiuso sicuramente all’offesa nemica ed i fondali erano insufficienti. I lavori principali che furono alacremente eseguiti in quella piazza marittima durante il periodo di neutralità e condotti a termine dopo 1’ intervento, furono: 1°) Scavo subacqueo per portare i fondali a m. 10 e più nella quasi totalità dei seni interni e su vastissima superficie del porto e dell’avamporto, estirpando anche la secca Bardet e buona parte di quella del Fico, molto incomode per la manovra di entrata e di uscita dal porto. 2°) Costruzione di un nuovo molo lungo circa 550 m. che, partendo dalla costa Morena, dirige verso la testata del molo del forte a mare fino a lasciare una bocca larga cica 280 m. Con questo molo si creò ima forte e valida difesa del porto, permettendone ima utilizzazione migliore e più vasta. 3°) Chiusura dei passi fra le varie isolette delle Pedagne con dighe della lunghezza complessiva di m. 350. 4°) Costruzione di vari pontili in cemento armato, in muratura ed in legno, per imbarco e sbarco di materiali o per ormeggio di cacciatorpediniere e di sommergibili. 5°) Costruzione di una banchina in muratura lunga 240 m. per aumentare i punti di approdo per il rifornimento di nafta