— 518 — Da ogni parte e specialmente dalle più interessate non mancarono il riconoscimento e le espressioni di lode e di gratitudine per quanto la marina italiana aveva fatto \ Giustamente scrisse il professor Manfroni che, rileggendo oggi quello che principi, ministri, generali ed uomini politici serbi scrissero in suo onore, non si può trattenere un’impressione di dolore per la dimenticanza in cui, poco dopo il salvamento, caddero i servizi ricevuti. sf: * * Tre mesi dopo il loro trasporto a Corfù i soldati serbi ricostituiti fisicamente, rianimati, riarmati e riordinati in esercito per cura della missione I Sull’opera compiuta dalle forze navali del basso Adriatico in soccorso dell’esercito serbo il ministro inglese Balfour così si espresse il 23 febbraio alla Camera dei Comuni: «La miglior prova del successo delle operazioni marittime degli alleati nel Mediterraneo è fornita dal trasporto di grandi forze a Salonicco, dallo sgombero del corpo di spedizione ai Dardanelli e dell’esercito sèrbo, risultato questo dovuto sopratutto all’energia ed all’efficienza della marina italiana ». II ministro serbo Pasic, che già aveva manifestato al nostro ministro degli esteri la riconoscenza del suo governo per il soccorso arrecato e per il fatto « che questo compito così difficile era stato eseguito grazie all’abnegazione ed alla grande sollecitudine in modo che non vi era stato felicemente a deplorare alcun incidente », inviò da Corfù il 9 febbraio i ringraziamenti al comandante in capo della 2a squadra con la lettera che segue: « L’evacuazione dei rifugiati sèrbi dall’Albania essendo terminata, tengo ad esprimere a V. E. i ringraziamenti più sinceri del governo reale per il suo sollecito ed efficace concorso insieme a quello degli ufficiali sotto i suoi ordini e delle altre autorità navali