— 473 — capi delle speciali missioni in Adriatico 1, non era certamente una via spedita per venire ad un accordo sopra una questione, nella quale le difficoltà contingenti di ordine sanitario, nautico e militare, erano complicate da divergenze d’interessi specialmente politici. L’istradamento delle truppe serbe verso il sud, che la marina italiana aveva proposto e la commissione degli addetti navali aveva approvato, perchè, avvicinandosi a Valona, si sarebbe potuto rifornirle più facilmente, non era stato nemmeno cominciato. Lo stato maggiore serbo voleva invece ed insistentemente domandò che i suoi soldati fossero imbarcati a San Giovanni e a Durazzo, a fine di concentrarsi per via di mare a Valona e ivi procedere alla riorganizzazione. Il governo italiano, se era disposto al loro transito nella zona occupata dal nostro corpo speciale 2, non ammetteva che vi si fermassero : sarebbe stato assumere di fronte al paese 1 L’ Inghilterra aveva in Albania l’ammiraglio Troubridge, capo della missione militare inglese presso l’esercito serbo. La Francia aveva nominato il generale Piarron de Mondesir, capo di una missione militare a cui aveva affidato il compito di ricostituire, inquadrare e rifornire di armi e munizioni secondo il bisogno delle divisioni serbe. Anche la Russia aveva in Serbia una sua speciale missione militare. 2 Questo punto di vista del governo italiano circa jl passaggio per Valona si modificò temporaneamente in seguito all’opposizione che il comandante del corpo speciale a Valona, generale Bertoni, faceva per ragioni specialmente sanitarie anche al solo transito dei Serbi nella sfera d’azione delle sue truppe e nel campo trincerato.