— 200 — rante le ore diurne a levante della spiaggia di Za-dlo, in posizione un poco ridossata, ma non certo al riparo da improvvise offese subacquee. Questa consuetudine doveva riuscire fatale al sommergibile Nereide. Giunto a Pelagosa nelle prime ore del mattino del 5 agosto, esso si era appena ancorato, allorché dalla stazione di vedetta fu veduto mollare gli ormeggi, e manovrare per immergersi ed allontanarsi. Il mare era agitato, ed il vento forte, cosicché non era stata scoperta dall’alto la sagoma od il periscopio di un sommergibile nemico, che il Nereide aveva invece veduto e che si preparava ad attaccare. «Poco dopo, riferisce il s. t. di v. Da Zara nel suo rapporto, si è vista la scia di un siluro proveniente da libeccio e diretto per passare di prua al Nereide, poi una scia di siluro diretta dal Nereide verso il largo, la quale ultima non si può sapere se dovuta ad un siluro lanciato dal Nereide od ad uno scarto del precedente siluro nemico. « Subito dopo si è vista la scia di un altro siluro diretto contro il Nereide, che si era messo in moto con prua a libeccio ed era già immerso tranne la parte più alta della torretta. Questo siluro ha colpito in pieno il nostro sommergibile sollevando un’alta colonna di acqua nera e spumosa. Erano le ore 5,30. Poco dopo si è visto il periscopio del sommergibile nemico che da Sud si è avvicinato verso 1’ isola, e lo si è lasciato avvicinare fino a che giunto a 500 m. dagli scogli ha inver-