— 556 — tingenza fece testimonianza anche il comunicato austriaco del 28 febbraio: «Fronte balcanico. -Questa mattina le nostre truppe hanno preso possesso di Durazzo. Già ieri mattina una delle nostre colonne sotto il fuoco dei cannoni delle navi italiane si era spinta oltre 1’ istmo, ma fu impedita da principio nella sua marcia daH’artiglieria nemica delle navi». Tutto quanto non fu potuto asportare, materiale da guerra e quadrupedi, fu distrutto, incendiato o abbattuto, senza arrecare danno alle proprietà cittadine : il nemico vantò il bottino di qualche migliaio di fucili ma questi non erano italiani, bensì vecchi Mauser giacenti nei magazzini e appartenenti al governo di Essad Pascià. * * * Occupati dal nemico S. Giovanni di Medua, Durazzo e la costa albanese che comprende questi due ancoraggi, le nostre crociere aggiunsero un nuovo scopo a quelli che già si proponevano : disturbare cioè il movimento marittimo di navi o di che sulle navi ed a terra hanno diretto e preso parte alle operazioni che si sono svolte a Durazzo in condizioni contrastate marinaresche e militari, rivolgo il mio sincero elogio, lieto che il buon risultato abbia potuto dimostrare anche questa volta che la Marina italiana sa rispondere alla fiducia che in essa ripone il paese ». Edi il ministro della marina telegrafò a sua volta al comandante in capo dell’armata navale : «A V. A. R. e alle forze dipendenti le mie vivissime felicitazioni per la perizia ed il valore spiegati nelle ardue operazioni per lo sgombero di Durazzo ».