ciare tanto ad azioni in grande stile, di cui logicamente i nostri comandi gli attribuivano 1’ intenzione, quanto alle consuete incursioni in forza che esso prediligeva, per colpire di sorpresa i centri costieri od il naviglio che noi avevamo costante-mente in mare. Dopo l’azione del 29 dicembre, nella quale fu danneggiato VHelgoland e si perdettero due grandi cacciatorpediniere a. u., non furono più vedute navi nemiche di superficie fino al 27 gennaio. Alle ore 16,30 di questo giorno il nostro lento incrociatore Puglia avvistò fra Durazzo e Cattaro un fumo isolato, che fu giudicato provenire da una nave nemica che dirigeva velocemente a sud. Diresse per avvicinarsi, inviando intanto in ricognizione il Bouclier, unico cacciatorpediniere che gli era di scorta, in quel momento; fu riconosciuto un esploratore tipo Spaun che, accortosi della presenza di unità avversarie, invertì la rotta e si allontanò. Puglia e Bouclier manovrarono per tagliar la rotta all’avversario, ma non avevano velocità sufficiente per riuscirvi. Il Bouclier aprì il fuoco a 8.000 m. senza effetto: alle ore 17,30 il nemico fu perduto di vista \ 1 Secondo il Sokol l’incrociatore a. u. era il Novara che raggiunse Cattaro a mg. 28 di velocità. Esso era stato inviato per dar caccia ai piroscafi che gli idrovolanti avevano segnalato come uscenti isolati da Durazzo. Col Novara erano usciti l’Orien e lo Csepel, che però, essendo venuti a collisione, avevano ripreso la rotta verso la base.