Nonostante la sorveglianza aumentata e alcune insidie tese, gli agguati austriaci in prossimità delle rotte di avvicinamento al porto di Venezia poterono continuare sia pure saltuariamente, e la mattina del 27 giugno il sommergibile U 10 potè attaccare la torpediniera 5 P1V (t. v. Spano M.), affondandola. * * # Intanto i golfi di Venezia e di Trieste venivano minati così dalla nostra marina come dalla austriaca. Con periodiche ed audaci spedizioni le nostre siluranti andavano seminando grappoli di torpedini a profondità variabili nei passaggi più frequentati da navi e sottomarini a. u. e nelle zone dove il nemico avrebbe potuto probabilmente operare contro obbiettivi terrestri. Mancando speciali navi posamine, si usufruiva delle cannoniere lagunari Brondolo e Margliera e della cannoniera Castore per la posa degli sbarramenti difensivi davanti a Venezia, dopo averle provvedute di acconci adattamenti; la maggior parte poi delle torpediniere e dei cacciatorpediniere erano state attrezzate per la posa delle mine da farsi a mare largo ed in vicinanza della costa nemica. Lo scarso numero di armi che queste unità potevano naturalmente portare 1 senza impedire a bordo l’uso della 1 I c. t. da 6-700 tonn. e del tipo Soldato portavano dieci torpedini, le torpediniere da quattro a sei ciascuna.