— 153 — con un aeroplano dell’esercito, d’Annunzio .ne aveva già pronto un terzo dedicato a Zara, la « rocca di fede» italiana, allorché Miraglia, il suo prediletto compagno di volo, perì cadendo dal cielo di Venezia 1’ 11 dicembre 1915, mentre provava il nuovo apparecchio che doveva portare ambedue sopra la Dalmazia. Il 16 gennaio 1916 il poeta volava ancora insieme con il suo nuovo pilota, tenente di vascello Luigi (Bologna, valoroso ed instancabile anch’egli. Il tempo era cattivo, e l’apparecchio, di cui male funzionava il motore, fu inseguito da aerei nemici fin sotto la nostra costa; nel brusco ammaraggio che dovè fare nelle acque di Grado, d’Annunzio riportava una ferita all’ occhio, apparentemente lieve, che non gli impedì di tornare con un nuovo messaggio su Trieste il giorno seguente. Ma la ferita trascurata causò un lento e graduale peggioramento delle condizioni visive, finché il 21 febbraio, per il distacco della retina, il poeta soldato fu obbligato per alcuni mesi ad una tormentosa inanizione l. * * * Parallelamente alla formazione dell’arma aeronautica, la marina andò provvedendo all’organizzazione della difesa antiaerea. Anche questa, creata 1 Vedi la pubblicazione dell’ufficio storico: Gabriele tTAnnun* zio combattente al servizio della R. Marina.